Sull’operato degli amministratori locali, noi cittadini, in genere prestiamo un’attenzione che è del tutto inadeguata. Dovremmo pretendere che le loro promesse elettorali diventassero concretezze, che dessero dettagliato conto del loro esercizio, che non fosse concesso di raggirarci; invece ci accontentiamo di poco, è sufficiente che non ci siano ostili, ci basta ricevere qualche cerimonioso atto di garbo o di attenzione. E se svolgono male il loro incarico, non solo non li attacchiamo, ma siamo comunque pronti a sostenere che i loro avversari avrebbero fatto di peggio. E allora i nostri amministratori pensano che stiano facendo bene. Oppure li difendiamo dalle aspre critiche degli oppositori, eleviamo i nostri prescelti a paladini del bene comune.

Davanti ai bar, nelle piazze, in un qualsiasi occasionale luogo di ritrovo, ci sentiamo in dovere di sostenerli; e anche quando non ne avremmo l’intento, l’arroganza e l’animosità dei nostri interlocutori, rivolte per riflesso anche nei nostri confronti, ci fanno schierare e prendere le parti di personaggi o situazioni che nemmeno conosciamo o avalliamo. Sembra una difesa d’ufficio, anzi una difesa da tifoso. E si sa, con l’entusiasmo e l’ammirazione, il buon senso quasi sempre soccombe. Non si è mai visto un laziale dare ragione a un romanista, non si può, non è corretto “deontologicamente”. Noi cittadini, in cuor nostro, spesso riconosciamo gli errori degli amministratori, tuttavia, le nostre lagnanze al massimo sono come un salto con l’elastico: partono impetuose, ma rimbalzano prima di arrivare all’impatto senza nemmeno scalfire l’ignaro bersaglio.

Quando non ci facciamo coinvolgere, “noi”, i residenti, ce ne stiamo in disparte, siamo neutrali, ci asteniamo dall’esprimere giudizi o valutazioni. Non partecipiamo a incontri, assemblee o dibattiti; se interpellati per un parere o un’opinione, siamo senza riserve e senza entusiasmi: semplicemente concordiamo. E anche quando imprechiamo perché una delle tante buche nell’asfalto ci ha danneggiato un cerchione dell’auto, subito ci rabboniamo. Se ci piace camminare o andare in bici e rinunciamo perché non ci sono marciapiedi e piste ciclabili, non drammatizziamo, tanto con poco traffico ci si sposta bene anche in auto evitando, oltretutto, il pericolo dei cani randagi. In verità alcune volte ci rattristiamo molto. Ci succede quando, tornando da una villeggiatura, raffrontiamo le gradevoli, ordinate e accoglienti località visitate con i nostri luoghi, e ci incupiamo. Ci immalinconisce rivedere gli scheletrici caseggiati perennemente in costruzione e ci infastidiscono anche gli spazi abbandonati, incolti e senza cura. Ma poi ci rassegniamo e comprendiamo che in assenza di un piano regolatore approvato, per i nostri amministratori, è impresa ardua urbanizzare razionalmente il nostro paese.

Soffriamo molto quando, finite le vacanze, i nostri figli ci salutano e partono per tornare al lavoro. Da noi c’è ben poco da fare, la disoccupazione giovanile è alle stelle; ma è tempo di crisi, le casse comunali piangono, i governanti locali hanno appena il necessario per garantire i servizi essenziali, figurarsi se possono permettersi di destinare – o preoccuparsi di rastrellare – dei fondi per incentivare nuovi insediamenti produttivi.

Un comune quando è ben amministrato te ne accorgi dal decoro. Te ne accorgi dall’armonia degli arredi e dalla rasserenante consuetudine degli eventi. Te ne accorgi dall’operosità dei dipendenti e governanti che discretamente e diligentemente si adoperano affinché ogni servizio, ogni adempimento sia eseguito senza arrecare danno, ritardo o fastidio ai cittadini.

Te ne accorgi dalle scelte politiche coraggiose e lungimiranti che prospettano minore emigrazione giovanile, più occupazione, tempi migliori. Te ne accorgi perfino dallo scorrere moderato e ordinato dei veicoli che percorrono le strade e producono sempre lo stesso rumore; senza strombazzate, né accelerate. Te ne accorgi dall’importanza che viene data alle questioni generali rispetto ai casi particolari; alle scelte che riguardano l’intera comunità più che il singolo cittadino, l’amico.  Te ne accorgi dalle misure adottate per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente; dagli strumenti normativi che disciplinano e favoriscono uno sviluppo sostenibile del territorio. Se non ti accorgi di niente, allora ridestati, partecipa e bandisci l’inerzia, manifestati senza soggezione. Non fare come “noi”. “Noi”, l’avrai capito, votiamo per affinità e cameratismo,siamo accomodanti, difendiamo il quieto vivere e tiriamo a campare.

Salvatore Carrano

9 ottobre 2012